Agosto 1994, conca del Prà. I primi gonfiaggi con la scuola di Agostino, una tragedia! Il maledetto 12 cassoni che mi era stato assegnato non voleva saperne di gonfiarsi e salire diritto…
Dopo la prima giornata di goffi tentativi avevo gli avambracci spelacchiati per il continuo sfregamento contro le ruvide bretelle di quell’informe ammasso di tela marcia… Alla sera, nell’accogliente rifugio Jervis il buon Agostino tentava di inculcare nelle nostre zucche impermeabili i primi rudimenti di teoria: pressione statica, dinamica, adiabatica secca, gradiente termico verticale…
Il primo volo alto lo feci alla Sarsenà, prima in biposto, poi da solo col Billiard, completamente radiocomandato, si atterrava nel campo di Catalin dall’altra parte del Pellice, in mezzo a pioppi moooolto alti! Com’è, come non è, nel mese di novembre mi ritrovai pronto per l’esame, che superai felicemente a Bergeggi con l’esaminatore Calabresi che per fortuna non fece troppo caso alla precisione dell’atterraggio, avvenuto a notevole distanza dal punto prefissato. Si poneva ora in Valle il problema di gestire gli atterraggi, visto che Catalin non ne voleva più sapere di vedere gente che atterrava nel suo campo e lo stesso avveniva a Blancio, con relativi litigi, e a volte inseguimenti del sottoscritto, che come tutti sanno, è una preda ambita dei contadini incazzosi. Non migliore era la situazione dei decolli, per i quali non c’erano permessi di transito e spesso giocavamo a rimpiattino con la Forestale che ci tendeva agguati per poterci appioppare la multa. Nacque così l’idea di fondare un club per meglio gestire la situazione. Venne fuori che un club c’era già e si chiamava “Nembo Club”, costituito da molto tempo, al tempo dei pionieri del deltaplano ed all’epoca praticamente inattivo. I contatti con i soci fondatori per rivitalizzare il club con una robusta immissione di parapendisti dettero iniziali risultati positivi, ma quando si trattò di entrare nella “stanza dei bottoni”, cioè formare un Direttivo composto anche da parapendisti in attività, la chiusura fu totale: i Soci fondatori non si toccano, il direttivo resta così com’è. Era il 1995, urgeva fondare un club completamente diverso rispondente alle nuove esigenze dei parapendisti. Iniziammo a fare riunioni su riunioni nella saletta del Soccorso Alpino e la scelta più difficile fu quella del nome. Una notte ebbi un’idea, forse sognando qualche cena da Elmer: “Vol au vent”, un misto di gastronomia, leggerezza, ironia ed esotismo.
Nella successiva riunione la mia proposta ebbe largo seguito e con mia grande soddisfazione, quello fu il nome adottato dal nuovo club.
Il più era fatto, il resto era burocrazia: la sera del 22 settembre 1995 ci trovammo in ventisei persone e firmammo l’atto costitutivo. Farà piacere ricordare chi c’era:
Mauro Suppo, Elmer Michelin Salomon, Tullio Guazzotti, Evelyn Tronnolone, Ugo Boulard, Renato Giachero, Giovanni Odin, Marco Bellion, Rolando Pennucci, Albino Rostan, Guido Castellaro, Daniele Orsina, Daniela Melli, Elio Melli, Angelo Meitre, Marco Long, Daniele Giusiano, Rossana Maurino, Gianluca Mura, Roberto Comba, Maurizio Salvagiot, Enrico Aglì, Armando Pittavino, Luca Prochet, Roberto Boulard, Giampiero Vigna. Il primo Presidente fu Mauro Suppo ed il vicepresidente Tullio Guazzotti.
Un bel video, pubblicato su youtube, ricorda quei tempi gloriosi:
Da allora sono passati molti anni e molte cose sono cambiate, nella vita, nel mondo e anche nel volo libero, che non è più libero come allora. Sono arrivati i burocrati che hanno voluto legiferare, normare, regolare tutto senza esserne capaci. Il risultato è sotto gli occhi di tuttt: sempre meno piloti e sempre più burocrazia. E dunque , dopo oltre un quarto di secolo di attività, di amicizia vera, di grandissimi voli di distanza e di serafiche planate al tramonto, di feste, grigliate e cene in compagnia , il 13 dicembre del 2019 è stata presa la dolorosa decisione di sciogliere il Club.
Tuttavia in Val Pellice si continuerà a volare, le amicizie nate in decollo continueranno il loro corso, non mancherà l’occasione di sedersi davanti ad una pastasciutta ed una birra per una sessione di “parlapendio”, sport nel quale tutti noi, modestia a parte, continuiamo ad eccellere. Perchè la voglia di volare è ancora più forte delle imposizioni assurde e della assurda burocrazia…..
Tullio, febbraio 2004;
Marco, dicembre 2019
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